LE TECNOLOGIE
L’ elettroencefalografia (EEG) è la registrazione dell’attività elettrica dell’encefalo. La tecnica è stata inventata nel 1929 da Hans Berger, il quale scoprì che vi era una differenza di potenziale elettrico tra aghi infissi nello scalpo oppure tra due piccoli dischi di metallo (elettrodi) quando essi sono posti a contatto sullo scalpo. Alla base di ogni funzione mentale conscia e inconscia c’è la comunicazione elettrica tra neuroni. Non è possibile registrare in maniera non invasiva l’attività elettrica del singolo neurone, tuttavia l’EEG permette di misurare le fluttuazioni di potenziale elettrico sopra lo scalpo causate dalla contemporanea attività elettrica di una popolazione di neuroni. Tali fluttuazioni di potenziale possono essere caratterizzate in termini di contenuto spettrale (bande o ritmi EEG) o di caratteristiche nel dominio del tempo (Potenziali Evocati ed Evento-Correlati). L’attività elettrica cerebrale spontanea di una particolare area in una particolare banda di frequenza può essere associata a specifici processi cognitivi e stati mentali. L’analisi dei Potenziali Evocati consiste nel mediare l’attività EEG sincrona con la presentazione di uno stimolo esterno di vario genere. I Potenziali Evento-Correlati si riferiscono alle risposte EEG sincrone con processi più complicati di stimoli esterni.Oltre alle applicazioni cliniche, grazie ai suoi vantaggi che includono anche l’alta risoluzione temporale, i bassi costi, la ampia diffusione e la non invasività, la tecnica EEG è ampiamente utilizzata in ricerca in molti ambiti delle neuroscienze.
L’ elettromiografia (EMG), l’elettroneurografia (ENG) e l’elettromiografia di singola fibra (SFEMG) sono metodiche neurofisiologiche che vengono utilizzate per studiare il sistema nervoso periferico dal punto di vista funzionale. Rappresenta un metodo affidabile in grado di dare informazioni sulla funzionalità dei nervi periferici e dei muscoli scheletrici. È inoltre un mezzo diagnostico che permette di inquadrare le malattie neurologiche del Sistema nervoso periferico riguardanti patologie a carico di radici nervose, plessi nervosi, nervi periferici, placca neuromuscolare e muscoli. Se l’esame neurologico evidenzia un deficit a carico del sistema nervoso periferico, l’elettromiografia rappresenta un mezzo indispensabile per approfondire la diagnosi, soprattutto quando non sono chiare: la sede di lesione, l’entità e il tipo di lesione.
La stimolazione cerebrale non invasiva (NIBS) ha lo scopo di iniettare in modo non-invasivo (cioè del tutto innocuo per chi la riceve) una serie di stimoli ad azione facilitatoria o inibitoria in un’area del cervello sottostante al punto di stimolazione; se quest’area è un “nodo” di una rete lo stimolo è in grado di modulare (facilitare/inibire) l’efficacia della rete, determinando modificazioni nelle risposte comportamentali e dei processi cognitivi ad essa (rete) correlati. Le tecniche NIBS comprendono la stimolazione magnetica transcranica (TMS) e la stimolazione elettrica transcranica a corrente continua (tDCS) e alternata (tACS).
Consente lo studio della fisiologia dell’attività corticale cerebrale in vivo in maniera non invasiva. Si basa sul principio dell’induzione elettromagnetica di un campo la cui funzione è quella di riuscire a stimolare le cellule della corteccia ottenendo in risposta un potenziale evocato. Mediante la sua applicazione, è possibile indagare sul funzionamento delle connessioni sinaptiche e della plasticità cerebrale.
La stimolazione transcranica a correnti dirette o tDCS è una metodica di neurostimolazione non invasiva e indolore che permette di modulare l’eccitabilità corticale mediante correnti continue a bassa intensità. Consiste nell’applicazione sulloscalpo di elettrodi eroganti una corrente continua di bassa intensità ingrado di attraversare lo scalpo e influenzare le funzioni neuronali.
Come la tDCS, la tACS (stimolazione transcranica a corrente alternata) è una metodica di neuro modulazione non invasiva ed indolore che consente di applicare correnti a frequenza variabile in grado di interagire con le naturali frequenze di oscillazione cerebrale. Grazie alla possibilità di agire su un grande range di frequenze, consente di agire sulla sincronizzazione (con una singola frequenza di risonanza) e sulla desincronizzazione (mediante l’applicazione di più frequenze) delle oscillazioni corticali. Se applicata a lungo può causare effetti neuroplastici.